La parola coulrofobia deriva dal greco e significa paura di colui che cammina sui trampoli. In psicologia il termine viene usato per indicare il timore persistente, sporporzionato, irrazionale ed ingiustificato di figure come trampolieri, clown e pagliacci.
Spesso a manifestare questa fobia sono i più piccoli, per i quali risulta difficile capire che si tratta esclusivamente di un travestimento. Il disturbo, tuttavia, può anche persistere in adolescenza e, persino, da adulti.
Alla base della sua insorgenza, a volte, può pure esserci un’esperienza traumatica vissuta precocemente: può capitare, ad esempio, che la persona sia rimasta particolarmente spaventata alla visione di un clown in tenera età.
I sintomi di chi soffre di tale fobia possono essere di diversa entità: si va dal disagio e dalla lieve e moderata ansia fino a veri e propri attacchi di panico che portano il soggetto ad evitare tutte le situazioni in cui è possibile trovarsi di fronte a un pagliaccio quali, tra le altre, le feste di compleanno dei bambini.
Ciò che incute timore è il trucco eccessivo, l’esagerata ed enorme parrucca, l’espressione facciale caricaturale, i vestiti larghi, l’andamento goffo ed innaturale.
I clown sono personaggi dall’aspetto giocoso e divertente ma strano ed ambiguo. Il loro comportamento è scherzoso, dispettoso, bizzarro ed imprevedibile.
Si tratta di figure misteriose e spesso maliziose, dall’identità mascherata e nascosta. La loro immagine non è conforme alle convenzioni sociali e contrasta con le comuni aspettative; essa viola, nell’individuo che ci si relaziona, i bisogni di familiarità, certezza e sicuzza e genera in lui sensazioni di confusione, inquietudine e sospetto.
In altre parole, la reazione di disagio, allerta e timore nasce da un fenomeno di dissonanza cognitiva che si verifica nella nostra mente davanti a qualcuno non perfettamente identificabile e decifrabile nei tratti e nelle mosse e che, proprio per questo, ci disorienta e ci fa sentire vulnerabili ed insicuri.
Anche il cinema ha attribuito caratteristiche sinistre e paurose ai clown; basti pensare al famosissimo It di S. King e a Joker, celebre antagonista di Batman.
La coulrofobia, proprio in quanto esempio di risposta conservativa e difensiva, istintiva ed innata, finalizzata all’adattamento e alla sopravvivenza, è molto più diffusa, soprattutto nelle espressioni meno intense ed eclatanti, di quanto si pensi. Alcune ricerche, infatti, testimoniano come i pagliacci, in realtà, non piacciano poi così tanto a nessuna età: anche quando non scatenano intense reazioni di panico, non di rado vengono vissuti come sgradevoli, imbarazzanti e fastidiosi.
In ogni modo, eliminare tale fobia, qualora essa divenisse eccessivamente limitante e condizionante la vita dell’individuo (anche se fortunatamente non si trovano clown ovunque!), è possibile.
Il trattamento psicologico consiste nella desensibilizzazione sistematica della reazione fobica con esposizione graduale e ripetuta, prima immaginata e poi dal vivo, allo stimolo ansiogeno.
Nel caso di un trauma è indicata anche la psicoterapia ad approccio strategico o cognitivo comportamentale e l’EMDR.
Dott.ssa Cinzia Cefalo
