Cosa è l’overthinking?
Il termine overthinking significa letteralmente pensare troppo e si riferisce ad un’attività mentale piuttosto febbrile e ridondante. Non si tratta di un fenomeno necessariamente patologico; lo diventa solo se assume determinate caratteristiche disfunzionali per, da un lato, eccessiva frequenza ed intensità e, dall’altro, qualità, cioè se, in altre parole, i pensieri finiscono per essere talmente intrusivi e ripetitivi e prevalentemente negativi da condizionare sia lo stato emotivo che il comportamento del soggetto e da influenzare la sua vita quotidiana negli aspetti pratici e concreti.
Quali sono le conseguenze?
Nei casi più estremi la persona in overthinking si trova in uno stato di forte stress mentale intrappolato in un loop di pensieri ossessivi, aggrovigliati e frenetici, stato che genera una condizione di intenso disagio emotivo e psicologico oltre che di confusione e blocco cognitivo – comportamentale. L’individuo, infatti, vive la situazione con un senso di profonda ineluttabilità ed impotenza e prova angoscia, preoccupazione e paura; ansioso, dubbioso ed incerto, non riesce a giungere a conclusioni e non è in grado di fare scelte e prendere decisioni. Le capacità di decison making e problem solving ne risultano gravemente compromesse.
L’overthinking può, quindi, diventare la base della ruminazione mentale e del rimuginio ossessivo finendo con l’imprigionare il soggetto in un paralizzante circolo vizioso senza uscita e fine.
Quali sono i meccanismi alla base?
L’overthinking può riguardare tutti e tutte le età.
Tuttavia, le persone che hanno la propensione a pensare troppo si caratterizzano, spesso, per essere eccessivamente razionali e distaccate dalle proprie emozioni e per un forte bisogno di controllo.
Alla base di tale modalità di funzionamento ci sono, spesso, la paura del giudizio altrui e la tendenza ad idee di perfezionismo riguardanti se stessi e gli altri.
Quali le possibili cause?
È frequente incorrere nell’overthinking durante periodi di tensione e stress, di fronte, ad esempio, ad esami e/o importanti cambiamenti di vita.
Anche traumi, shock e turbamenti possono causare ricorsività, intrusività ed ossessività dei pensieri.
Come liberarsene?
Per affrontare e risolvere l’overthinking può essere utile imparare a dare un limite di tempo e un segnale di stop al flusso ininterrotto dei pensieri e a fare uso di semplici distrattori quali impegnarsi in attività, pensare ad altro, ecc..
Possono, inoltre, essere d’aiuto la meditazione, le tecniche di rilassamento con esercizi di grounding (radicamento) e di respirazione e quelle di attenzione focalizzata.
Quando il problema persiste e/o assume proporzioni eccessive, è, però, consigliabile rivolgersi a un professionista per intraprendere un percorso di psicoterapia al fine di imparare ad affrontarlo e a gestirlo approfondendone e rimuovendone le cause alla base.
Dott.ssa Cinzia Cefalo
