Siamo abituati a pensare alle emozioni come a degli ostacoli per il raggiungimento dei nostri obiettivi; crediamo che per essere efficienti non dobbiamo farci influenzare da esse e preferiamo lasciarle fuori dalle nostre decisioni più importanti, rifiutandole, negandole ed inibendole nella loro espressione.
Abbiamo la tendenza ad affrontare i problemi, e l’intera esistenza in genere, con logica e razionalità, convinti che solo la ragione possa salvarci da valutazioni e scelte che consideriamo imprudenti ed errate perché irrazionali e, agli occhi della mente, insensate.
In realtà la nostra vita è costellata di azioni assurde, incoerenti ed illogiche ed il corso della nostra esperienza è determinato da motivazioni di carattere emotivo sentimentali di cui spesso siamo all’oscuro.
Spesso ignoriamo o siamo portati a sottovalutare quanto siano le emozioni, più che la razionalità, a guidarci verso la soluzione dei nostri problemi. Non a caso emozione, dal latino emovère (portare fuori), significa mettersi in movimento, muoversi, agire verso qualcosa.
L’intelligenza emotiva, quindi, appare importante tanto quanto, se non di più, le abilità intellettive – cognitive: essa consiste nella capacità di avere una cognizione chiara del proprio ed altrui stato emotivo, cognizione che ci rende in grado di orientare consapevolmente ed intenzionalmente azioni e comportamenti verso le nostre mete e i nostri desideri.
Tali risorse, rappresentate principalmente da una base di buona conoscenza di sé e di sufficiente autocontrollo, sono centrali nel benessere, nella realizzazione e nel successo individuale molto di più delle abilità logico razionali.