Tricotillomania significa mania di strapparsi i peli del corpo.
Si tratta di un disturbo ossessivo compulsivo che consiste nel bisogno ricorrente ed irrefrenabile, per piacere, gratificazione e/o alleviamento della tensione, di tirarsi e strapparsi i peli del corpo, soprattutto capelli ma anche ciglia, sopracciglia e, anche se più raramente, la peluria del pube. Nei casi più gravi si arriva a tricofagia, ossia all’ingestione dei peli strappati.
L’alopecia, cioè la perdita dei capelli, con conseguente calvizie che ne deriva, colpisce l’immagine di sé e produce intensi disagi nei rapporti sociali tanto da far insorgere, nel soggetto, per vergogna ed imbarazzo, il bisogno di nasconderla con cappelli o parrucche.
Il disturbo riguarda l’ 1 – 2 % della popolazione generale. Può essere presente anche nei bambini e negli adolescenti. È più frequente nelle donne che negli uomini con un rapporto di 10 a 1.
Viene considerato un modo disfunzionale e patologico di alleviare ansia, stress e frustrazione: lo strappamento dei peli elimina la tensione e produce sollievo di fronte a situazioni difficili da sopportare e gestire per la persona.
Il comportamento sintomatico compare nei momenti di alto impatto emotivo o, al contrario, quando la persona si sente annoiata, in solitudine, durante attività come, ad esempio, guardare la TV, leggere, studiare, ecc… Rivela, in ogni modo, la presenza di vissuti e sensazioni verso i quali l’individuo sperimenta forti difficoltà di controllo e contenimento.
Il trattamento prevede l’uso congiunto di farmaci e psicoterapia. Per quanto riguarda quest’ultima, buoni i risultati ottenuti con l’approccio cognitivo comportamentale.
Dott.ssa Cinzia Cefalo
