Che l’adolescenza sia un’età complicata non è un mistero: in quanto fase di passaggio dall’infanzia al mondo adulto, rappresenta una vera e propria crisi evolutiva.
Difficoltà, ansie e conflitti non caratterizzano solo i ragazzi che si trovano a viverla in prima persona ma anche i genitori che sono loro accanto, quotidianamente alle prese, questi ultimi, con angosce, dubbi e perplessità di ogni genere.
Condotte rischiose, trasgressioni, atteggiamenti di sfida e ricerca di forti emozioni sono da sempre, con livelli di intensità ovviamente variabili da caso a caso, comunemente e frequentemente riscontrabili in questo periodo della vita.
Comportamenti del genere rappresentano per i ragazzi modalità per autoconoscersi, per misurare se stessi, per esplorare le proprie capacità e i propri limiti ma anche per confrontarsi con gli altri, soprattutto coetanei, nonché per battersi per cambiare la realtà.
Gli adolescenti, si sa, sono in competizione con il mondo degli adulti e il sistema precostituito. Il loro conflitto con i genitori non è altro che il modo in cui, non senza problematiche e difficoltà di vario tipo, tentano di costruirsi un’identità personale autonoma ed individuata. E’ così che, passando per la contestazione e il rifiuto del passato, arrivano ad abbandonare il nido e a scegliere la loro strada. Le dinamiche di svincolo e separazione dalle figure primarie di accudimento diventano, pertanto, centrali in questa fase.
Per i ragazzi di tale età, inoltre, è estremamente importante essere accettati dai loro coetanei, appartenere ed essere integrati nel gruppo di pari. A tal fine, considerano vitale mostrarsi e dimostrarsi all’altezza di esso attraverso gesti ed atteggiamenti non sempre, tuttavia, positivi e prudenti per se stessi.
Dotati di un’identità fragile, con un forte senso di onnipotenza, alle prese con emozioni intense, spesso ambivalenti e contrastanti (come eccitazione e paura), gli adolescenti tendono a negare il bisogno dell’altro (specie dei genitori) e i sentimenti di debolezza e vulnerabilità.
Essi, inoltre, possiedono, una percezione ridotta del rischio dovuta anche a una anatomia e a un funzionamento del cervello diverso da quello degli adulti.
Nell’adolescenza la corteccia frontale, responsabile del controllo del comportamento, è ancora in piena evoluzione e il suo sviluppo non completo.
E’ a questa età che avvengono alcune delle più importanti modifiche del cervello: da un lato continuano ad aumentare le connessioni neuronali, dall’altro avviene la potatura dei circuiti cerebrali poco usati finora (pruning) al fine di consolidare gli apprendimenti ed evitare una ridondanza di informazioni superflue e una dispersione di quelle utili. Si ottimizza, in tal modo, il funzionamento dei neuroni che restano, funzionamento che risulta, poi, anche potenziato dal completamento, in questo periodo della vita, dell’attività di mielinizzazione, attività responsabile di una maggiore velocità di conduzione delle fibre nervose.
Negli adolescenti, inoltre, il livello medio di produzione di dopamina, neurotrasmettitore responsabile del senso di appagamento e soddisfazione, risulta essere inferiore, anche rispetto a quello presente nei bambini. Per questo il vissuto di noia è molto frequente, come pure la fame di stimoli nuovi e la ricerca di attività gratificanti ed emozioni forti.
Nonostante atteggiamenti di trasgressione, sfida e competizione facciano parte di un fenomeno comune, universalmente diffuso e sempre esistito tra i ragazzi, in alcuni casi essi finiscono per diventare veramente pericolosi, quando non addirittura letali. Basti pensare a ‘giochini’ come il planking (sdraiarsi sulla strada in attesa dell’arrivo di una macchina), l’attraversare il semaforo con il rosso, farsi selfie sui binari di un treno, soffocarsi fino a provocarsi lo svenimento, ecc…
Oggi, questi comportamenti si diffondono molto più rapidamente del passato (negli anni ’80 c’era la roulette russa che consisteva nello spararsi con una pistola alle tempie con un colpo a caso sperando fosse a salve) attraverso internet e i social e il rischio di emulazione (per non sentirsi diversi, per essere popolari e visibili, per ottenere like e followers, ecc..) è altissimo.
Di fronte a tutto ciò assume particolare importanza il ruolo degli adulti, in special modo dei genitori. Il loro compito è quello di vigilare con la loro presenza ed attenzione nonché contenere la esuberanza e la ribellione giovanile attraverso un atteggiamento educativo fermo e deciso: essi, in parole semplici, dovrebbero fornire, tramite le regole, quei limiti e quei confini che i ragazzi testano, sfidano e contestano ma di cui hanno tanto bisogno come punto di riferimento e base sicura per lo sviluppo della propria identità.
Purtroppo oggi si assiste alla crisi dello svolgimento delle funzioni genitoriali con pesanti e pericolose conseguenze nei ragazzi: non di rado gli adulti, loro stessi spesso in una fase postadolescenziale, abdicano al loro ruolo educativo e, presi da mille impegni, trovano più comodo e più semplice giocare a fare gli amici dei loro figli.
Dott.ssa Cinzia Cefalo
