
Il complesso di cui parliamo oggi prende il nome dalla valchiria Brunilde, una guerriera testarda, ribelle e disobbediente che, secondo la mitologia germanica, era stata condannata da Odino a vivere su un’alta rupe circondata da fiamme. Innamoratasi di Sigfrido, che la libera dall’incantesimo, fa, tuttavia, in modo che egli venga ucciso in guerra rivelando al nemico il suo punto debole, quando, a causa di un altro sortilegio, lui la tradisce per sposarsi con Grimilde.
Per complesso di Brunilde si intende il cambiamento radicale di atteggiamento ed opinione che manifestano, nel corso della relazione di coppia, alcune donne passando da un iniziale giudizio altamente ed eccessivamente positivo verso il partner, frutto non della sua percezione reale ma di una sua idealizzazione, a uno, all’opposto, estremamente negativo.
Nel momento del corteggiamento e durante l’innamoramento queste donne tendono a vedere l’altro come un cavaliere senza macchie, vizi e difetti, tutto pregi e virtù; in questa prima fase, arrivano ad adularlo, idolatrarlo e venerarlo come il compagno perfetto e migliore del mondo.
Successivamente, quando il rapporto si consolida e si stabilizza attraverso il fidanzamento, il matrimonio o la convivenza, cominciano, al contrario, a criticarlo, svalutarlo e a denigrarlo sempre più pesantemente, senza che ci sia un reale motivo oggettivo o che il partner abbia effettivamente una colpa o responsabilità in ciò.
In altre parole, il loro comportamento si rivela infondato, irrealistico ed immotivato, frutto della loro visione alterata e distorta dell’altro.
Di fronte a vissuti di delusione e tradimento, le loro reazioni sono di forte odio, rabbia ed aggressività manifesta verso il partner.
Anche se all’esterno appaiono forti, volitive, energiche e anche un po’ mascoline, si tratta, in realtà, di donne fragili, intrappolate nel passato, prigioniere di schemi relazionali interni che proiettano sull’altro in modo rigido ed esclusivo, incapaci di vederlo, conoscerlo ed accettarlo realmente per come è attraverso confronto e il dialogo reciproco.
La percezione del partner, e di conseguenza il loro atteggiamento verso di lui, appare estremamente dicotomica, del tipo bianco o nero, senza sfumature e vie di mezzo.
Queste donne necessitano di un lavoro su se stesse che le aiuti a venire a contatto con le parti deboli, ferite, spesso scisse, di sé al fine di risanarle ed integrarle e che permetta loro di modificare schemi percettivi, cognitivi e relazionali altamente disfunzionali ed inefficaci.
Dott.ssa Cinzia Cefalo