
Le feste natalizie, tanto amate dai bambini, sono invece per gli adulti oggetto di sentimenti complicati, spesso ambivalenti e contrastanti: se da un lato sono sicuramente occasione per stare insieme e divertirsi, dall’altro, tra la corsa ai regali e i frenetici ed estenuanti preparativi, finiscono per essere fonte di ulteriore stress psicofisico che si aggiunge ad una routine quotidiana già piena e pesante.
Dense di significati culturali e di aspettative sociali, inoltre, portano con sé un carico di pressione e tensione emotiva, capace di condizionare lo stato d’animo e l’umore delle persone.
In altre parole, ci sentiamo un po’ tutti in obbligo di festeggiare, anche quando non ne avremmo nessuna voglia per altri motivi, e, come vuole la tradizione (una tradizione che a qualcuno può stare un po’ stretta perché costringe ai soliti rituali convenzionali), in famiglia, anche quando questa non c’è e si ignora per il resto dell’anno.
Ma la cosa peggiore è che ci aspettiamo di sentirci magicamente ed improvvisamente nelle condizioni ottimali per festeggiare, di essere cioè allegri e felici e se, per qualche ragione, non lo siamo, ci sentiamo ancora più tristi e soli. Ci percepiamo allora come diversi, inadeguati e fuori luogo, alienati dal contesto perché incapaci e senza voglia di stare con gli altri e di divertirsi.
D’altronde, già da un mese prima i media ci bombardano con immagini idealizzate, e quindi spesso molto lontane dalla realtà, di famiglie tradizionali perfette, ritratte mentre festeggiano ostentando felicità e ricchezza.
Insomma le feste natalizie, anche e soprattutto, come abbiamo visto, per le aspettative e le convinzioni che abbiamo su di esse, rappresentano un periodo molto delicato, specialmente per le persone che soffrono già di disturbi depressivi o che vivono, o hanno vissuto recentemente, situazioni particolari come l’emarginazione sociale, la perdita del lavoro, la morte di un familiare, la separazione dal partner, ecc.
Può capitare, quindi, di incorrere nella Christmas Blues, una sindrome depressiva particolare che colpisce molti soggetti con l’avvicinarsi del Natale.
I suoi sintomi sono agitazione, ansia, irritabilità, litigiosità, senso di vuoto ed abbandono, solitudine ed isolamento, disagio sociale, perdita di interesse ed apatia, sfiducia per il futuro e pessimismo, umore disforico con malinconia e crisi di pianto.
A livello fisico sono frequenti stanchezza, difficoltà di concentrazione, insonnia, cambiamenti di appetito e di peso.
A soffrirne sono di più le persone anziane, spesso vedove, sole e lontane dagli affetti più intimi.
Oltre allo stress per i preparativi e alla pressione sociale di cui ho parlato sopra, influiscono:
– i ricordi di un passato migliore e il doversi confrontare inesorabilmente con situazioni difficili e dolorose (ad esempio la mancanza di una persona cara),
– le condizioni climatiche ed atmosferiche (con l’arrivo dell’inverno le giornate sono fredde, piovose e più corte),
– il bilancio e le valutazioni, non sempre così positive, che inevitabilmente ognuno di noi fa a chiusura dell’anno,
– la rottura con la routine quotidiana e le nostre abitudini (i cambiamenti alimentari durante le feste, con i soliti eccessi e l’aumento di consumo di alcol, causano spesso disturbi metabolici e gastro intestinali, in grado di influire negativamente sull’umore).
Alcuni consigli, pertanto, per evitare o ridurre gli effetti negativi delle festività sono:
– sentirsi liberi di vivere le proprie emozioni, anche quelle negative, magari traendone spunto per una riflessione;
– non isolarsi e cercare occasioni di incontro e contatto con gli altri (ad esempio telefonate e visite e non solo auguri virtuali),
– ridimensionare le proprie aspettative riguardo alle feste (possono essere vissute serenamente anche con semplicità),
– adottare uno stile personale nell’organizzare i festeggiamenti.
Per ridurre lo stress può, inoltre, essere utile:
– programmare i preparativi,
– mantenere una certa routine,
– approfittarne per fare delle pause, concedendoci un po’ di tempo per i nostri hobby, lo svago, le relazioni con gli altri, il riposo e il rilassamento.
Dott.ssa Cinzia Cefalo