Non sapere di non sapere. L’effetto Dunning – Kruger

Secondo alcuni studi le persone con minore esperienza in un campo o con quoziente intellettivo più basso tendono, più spesso di quelle più preparate ed intelligenti, a sopravvalutare le proprie abilità, considerandosi più brave ed esperte di quanto realmente siano.

Al contrario i veri ‘saggi’ e/o intenditori, spesso, si attribuiscono minori competenze, vivendo maggiori dubbi e minore fiducia in sé.

In altre parole, frequentemente sono proprio i più incompetenti a mostrarsi, estremamente ed inopportunamente, supponenti.

Ecco allora un esercito di idioti che, inconsapevoli di esserlo, sono pronti a dispensare continuamente ricette e consigli a tutti! Ne abbiamo esempi ovunque nella quotidianità.

Già Darwin affermava “L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza”.

Tutto questo sarebbe la conseguenza del noto effetto Dunning – Kruger, una distorsione cognitiva, così chiamata dal nome di due psicologi che la descrissero per la prima volta nel 1999.

Si tratta di un fenomeno universale, che, cioè, riguarda tutti, non solo come potenziali autori ma anche come eventuali vittime.

Secondo i due studiosi l’effetto Dunning – Kruger è causato da un errore di autovalutazione.

Nel tentativo di preservare un’immagine positiva di noi stessi, tendiamo a confermare le nostre conoscenze e convinzioni e ad ignorare tuttte quelle informazioni che le contrastano. Questo porterebbe, non solo a una percezione parziale e frammentaria della realtà, ma, anche e soprattutto, ad un’immagine alterata ed illusoria di noi stessi.

Minori sono, inoltre, le abilità cognitive e metacognitive della persona, ossia le capacità di apprendere dall’esperienza e quelle di auto osservarsi e giudicarsi sulla base di quest’ultima, maggiori sarebbero le probabilità per lei di incorrere in questo bias cognitivo.

Gli individui più autoriflessivi, perché più intelligenti e/o più esperti, sarebbero, invece, maggiormente in grado di cogliere la complessità della realtà ma tenderebbero, al contrario, a compiere giudizi sbagliati sugli altri; questi ultimi verrebbero da loro accomunati a se stessi quanto a capacità ed abilità, cosa, purtroppo, non sempre corrispondente al vero.

Come diceva anche Socrate “La vera saggezza sta in colui che sa di non sapere”.

Concludo con le parole di Shakespeare “Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio”.

Dott.ssa Cinzia Cefalo

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