La scoptofobia, detta anche scopofobia, dal greco skopéo che significa osservare, è la paura ingiustificata, irrazionale ed immotivata di essere osservati.
La persona scoptofobica vive nel timore continuo, esagerato e sproporzionato, di attirare l’attenzione degli altri e di essere guardata.
Si tratta di una fobia sociale che, nei casi più gravi, se non curata, può sfociare nella paranoia.
L’intensità e la gravità dei sintomi, così come le circostanze in cui si verificano, variano da individuo ad individuo.
Angoscia, panico, sudorazione eccessiva, tremori, rossore, tachicardia e difficoltà respiratorie sono le reazioni più frequenti.
Alcuni soggetti presentano manifestazioni fobiche, più o meno serie, solamente di fronte agli sconosciuti e in situazioni nuove che avvertono come fortemente imbarazzanti e rischiose di umiliazione e rifiuto; altri, in maniera più generalizzata, verso chiunque, persino amici, familiari e/o colleghi.
La persona con tale disturbo sperimenta la necessità di fuggire e mette in atto condotte di ritiro sociale ed evitamento dell’ansia che, a lungo andare, finiscono con il produrre importanti limitazioni nella sua vita quotidiana e nelle relazioni interpersonali.
Tra le cause alla base della patologia vi possono essere eventi traumatici vissuti in passato: molti scoptofobici, ad esempio, sono stati vittime di atti di bullismo in adolescenza.
La scoptofobia è, spesso, associata ad altre forme di fobia sociale quali la paura di parlare o esibirsi in pubblico. Si ritrova frequentemente negli schizofrenici, negli autistici, nei soggetti affetti da epilessia o altri disturbi neurologici come la Sindrome di Tourette.
Il trattamento di tipo psicoterapeutico può richiedere, nei casi più estremi, il supporto farmacologico. L’intervento psicologico mira a superare e ad elaborare eventuali precedenti traumi, ad eliminare le convinzioni e le idee irrazionali e disfunzionali alla base del comportamento fobico e le condotte di evitamento responsabili, in un pericoloso e complicato circolo vizioso, del rinforzarsi e del perdurare del pensiero ansioso. La persona, in altre parole, viene guidata e sostenuta nel lento e graduale processo di avvicinamento ed esposizione alle situazioni sociali temute al fine di affrontarle ed imparare a gestirle.
Dott.ssa Cinzia Cefalo
