L’indifferenza è uno stato emotivo neutro che, in una sorta di insensibilità sentimentale ed affettiva, ci porta a non provare e sentire niente verso gli altri e/o quel che succede intorno.
Essa conduce all’assunzione di un atteggiamento, non solo emotivo, ma anche cognitivo e comportamentale, di distacco e freddezza nei confronti delle persone e/o delle situazioni esterne che, di conseguenza, diventano irrilevanti ed insignificanti ai nostri occhi.
Il risultato è il raggiungimento di una condizione interiore di calma e tranquilla imperturbabilità caratterizzata da disinteresse, assenza di desiderio e sospensione del giudizio e della volontà.
L’indifferenza nasce, spesso, da un’esigenza difensiva: in tal modo tendiamo a proteggerci dalla sofferenza, ad eludere dolore ed emozioni negative, ad evitare delusioni, ecc….
Impossibilitati e/o incapaci di fare altro, ritiriamo il nostro coinvolgimento emotivo dalla situazione, rinunciamo ad investire sentimentalmente verso qualcosa o qualcuno che ci fa o ci potrebbe far del male, mettiamo distanza e finiamo per sperimentare interiormente solo assenza e vuoto affettivo.
Ma quali sono, se eccessivamente usata, le conseguenze dell’indifferenza?
A livello individuale, l’indifferenza finisce per annientare ed annullare i vissuti e le sensazioni soggettive, complicando e addirittura impossibilitando, quando abituale, massiccia ed esclusiva modalità di reazione agli eventi, importanti processi psicologici quali l’autoconsapevolezza, l’autoconoscenza, l’accettazione di sé, degli altri e della realtà, il confronto e il dialogo intra ed interpersonale e l’elaborazione dell’esperienza (perché non affrontata nei suoi aspetti emotivo affettivi). A lungo andare, inoltre, può generare noia, altra reazione difensiva causa di apatia, immobilismo e blocco psicologico, ed impedire la crescita e la maturazione individuale.
Da un punto di vista relazionale, invece, l’indifferenza assume significati aggressivi in quanto, non di rado, esprime, in modo passivo, subdolo ed occulto, rabbia e rancore.
Sottende logiche di potere all’interno di rapporti connotati da assenza di reciprocità e simmetria dove all’altro, completamente ignorato e rifiutato, viene inviato continuamente il messaggio di non valere il nostro interesse e la nostra attenzione.
Diviene, in tal senso, un perverso e silente strumento di manipolazione, di ricatto, punizione e vendetta tanto da essere considerato, nei casi estremi e verso gli individui più deboli, una forma di abuso psicologico.

Provocando, attaccando passivamente, svalutando e ferendo l’altro, l’indifferenza complica le relazioni e la comunicazione interpersonale, genera solitudine, produce danni all’autostima, specie in soggetti in età evolutiva.
La persona oggetto della nostra indifferenza si trova a vivere, con notevole difficoltà, uno stato di smarrimento, confusione ed incertezza nell’impossibilità di capire ciò che pensiamo e ci aspettiamo da lei e nell’incapacità, di conseguenza, di reagire. La sua condizione, fortemente stressante, è di elevata tensione emotiva con vissuti di ansia ed angoscia.
In conclusione, l’indifferenza rappresenta un’arma potente il cui uso, se pur non sempre del tutto intenzionale e cosciente, dovrebbe avvenire con estrema cautela: se uno stato d’animo e un atteggiamento indifferente (non necessariamente coincidenti in quanto può anche accadere che il secondo nasconda, attraverso un distacco apparente e di superficie, un’emotività, invece, di tutt’altro tipo, addirittura opposta) possono occasionalmente essere utili ed efficaci nell’affrontare le continue sfide quotidiane, essi, in condizioni più durature ed estreme, possono rivelarsi ampiamente controproducenti e nocivi per sé in termini sia personali che relazionali.
Dott.ssa Cinzia Cefalo