Quando l’amore per se stessi supera il limite. Il disturbo narcisistico di personalità

   Il termine narcisismo è stato fin troppo abusato da professionisti e non. Il rischio è quello di fare una grande confusione.

Esso deriva dal mito greco di Narciso, il bel giovane che, dopo aver rifiutato l’amore della ninfa Eco, fu condannato ad innamorarsi esclusivamente della sua stessa immagine riflessa nell’acqua ed, infine, trasformato nel fiore che porta il suo nome.

Detto in poche parole, il narcisismo è l’essere innamorati di se stessi.

   Esiste un cosiddetto ‘narcisismo sano’, cioè un amore verso di sé che si sviluppa a partire dall’infanzia ed è considerato fisiologico, anzi necessario per l’equilibrio e il benessere psicofisico dell’individuo e condizione indispensabile per la sua soddisfazione, realizzazione ed affermazione personale.

   C’è, invece, d’altro lato, il disturbo narcisistico di personalità.

 

   Nel mezzo, ci sono persone che, pur non possedendo una personalità strutturata in senso completamente patologico, presentano tratti che potrebbero essere definiti narcisistici per la presenza di pensieri, atteggiamenti e comportamenti tipici in tal senso.

Tali tratti sono frequenti, ad esempio, negli adolescenti ma non necessariamente evolvono nel futuro in un vero e proprio disturbo.

   Quale il confine tra l’una e l’altra forma? Quando il narcisismo diviene patologia?

   Il DSM 5, il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali, definisce il disturbo narcisistico di personalità come un pattern pervasivo di grandiosità, sia nella fantasia che nel comportamento, che si sviluppa entro la prima età adulta.

Tale pattern si caratterizza per:

– senso grandioso di importanza (idee di superiorità ed unicità, convinzione di essere speciali, fantasie di potere, successo, fascino, ecc.),

– atteggiamenti di superiorità, superbia, arroganza e disprezzo verso gli altri,

– atteggiamenti presuntuosi, pretestuosi e richiestivi (richiesta di soddisfazione immediata ed incondizionata delle proprie aspettative, di trattamenti di favore e di enorme dedizione e disponibilità da parte degli altri),

– costante bisogno di attenzione, approvazione ed ammirazione,

– mancanza di empatia ed incapacità di identificarsi negli altri (insensibili, freddi, distaccati, tendenti a sfruttare, a manipolare e ad abusare degli altri),

– senso di vuoto, apatia ed insoddisfazione, anche di fronte ai successi.

   La prima differenza tra sano narcisismo e narcisismo patologico è in termini quantitativi, cioè in quanto sono intensi, ricorrenti e pervasivi alcuni atteggiamenti mentali e comportamentali nel soggetto.

Nell’ultimo, infatti, la percezione di sé consiste in pensieri e convinzioni esageratamente e quasi esclusivamente positive, fortemente diffuse e prevalenti su altri tipi di opinioni più  critiche e realistiche.

   L‘immagine di sé, inoltre, appare rigida, inflessibile e difficilmente modificabile attraverso l’esperienza e le relazioni con gli altri.

In altri termini, il narcisista patologico non ama mettersi in discussione e reagisce difensivamente con collera e vergogna alle critiche e disapprovazioni degli altri perché vissute come profonde e gravi ferite al proprio valore personale.

   Il soggetto con disturbo narcisistico di personalità prova, spesso, sofferenza nelle relazioni interpersonali, la cui natura si rivela superficiale, strumentale e soggetta a brusche rotture.

La persona con narcisismo fisiologico sa affrontare costruttivamente ed efficacemente il rapporto con gli altri, nutrendosi ed arricchendosi dal confronto e dalla critica.

Le relazioni con gli altri non possono che trarne vantaggio.

   I narcisisti patologici, inoltre, sono spesso convinti di non essere sufficientemente apprezzati e riconosciuti nel loro valore. Tendono incessantemente a rimuginare rispetto a ciò.

Sono spesso invidiosi dei successi altrui e li sottovalutano o considerano gli altri invidiosi di sé.

Presumono di dover frequentare o di poter essere capiti solo da persone speciali come loro, di elevate condizioni intellettive e sociali.

Idealizzano velocemente e facilmente gli altri fino a quando questi soddisfano le loro esigenze di essere gratificati ed ammirati. Con la stessa rapidità sono pronti a svalutarli ferocemente quando ciò non avviene più.

Le persone con una buona dose di sano narcisismo sono in grado di avere una percezione più disinteressata, obiettiva e realistica degli altri e di costruire rapporti autentici e duraturi.

   Gli individui con disturbo narcisistico di personalità entrano facilmente in crisi di fronte alla rottura di una relazione (specie se lasciati), a mancati riconoscimenti, a un insuccesso o a una perdita. Difficilmente sono in grado di accettare ed adattarsi a limitazioni fisiche causate da incidenti, malattie e invecchiamento. Questo provoca in loro profonde depressioni.

In tutti questi casi la percezione di sé irrealistica, rigida ed immodificabile è causa di disadattamento e significativa compromissione funzionale nel soggetto.

   L’amor proprio sano non può prescindere da una conoscenza, consapevolezza ed accettazione realistica di sé, delle proprie capacità e risorse ma anche dei propri limiti e difetti.

Esso, al contrario di quello patologico, facciata difensiva e compensativa di vissuti di fragilità interiore e scarsa stima di sé, riflette una solida e reale fiducia e sicurezza personale.

Dott.ssa Cinzia Cefalo

 

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