Il termine tocofobia significa paura del parto (dal greco tocos, cioè parto).
Si tratta di un disturbo studiato solo di recente (Hofberg e Brockington, 2000) e non ancora inserito nel DSM, il manuale statistico e diagnostico dei disturbi mentali.
Più che nella normale e comune ansia del parto, ansia molto frequente nella donna in stato interessante soprattutto negli ultimi mesi, la tocofobia consiste in un vero e proprio terrore ossessivo della gravidanza e del parto.
Si manifesta con reazioni di intensa angoscia, timore di non farcela a portare avanti la gestazione e di non sopravvivere all’esperienza, pensieri che il bambino muoia, incubi, ruminazione e fissazione ideativa fobica ed ossessiva.
Nella forma primaria si presenta ancora prima del primo concepimento in una donna nullipare, cioè che non ha mai avuto figli.
Queste donne non sono contrarie alla maternità di per sé e, spesso, non riescono a capire il perché della loro incontrollabile paura. A volte, contrariamente a quanto si può pensare, hanno anche il desiderio di diventare madri, desiderio, come è ovvio, contrastante e difficilmente conciliabile con le loro ansie e i loro timori.
In altre situazioni, invece, la sintomatologia tocofobica si scatena come conseguenza di una precedente esperienza di parto vissuta come particolarmente dolorosa e/o traumatica dalla donna (forma secondaria).
In ogni caso la persona affetta da tocofobia mira a mettere in atto comportamenti di rifiuto ed evitamento della gravidanza, sia che si tratti di una prima esperienza che di successive, attraverso, ad esempio, riduzione o controllo eccessivo dei rapporti sessuali, ricorso massiccio a pratiche contraccettive o persino sterilizzazione.
Qualora, invece, si scopra incinta, tenderà a ricorrere, con elevata frequenza, all’aborto o, durante il parto, all’anestesia epidurale o al taglio cesareo nel tentativo di semplificarlo e renderlo meno doloroso.
E’ possibile, inoltre, che il problema evolva in una depressione post partum al momento della nascita del bambino.
Tra le cause si annoverano esperienze di abuso sessuale in infanzia o adolescenza, presenza di psicopatologia come depressione, disturbo post traumatico da stress, borderline, ecc.. nonché gravidanze non desiderate e/o frutto di violenze in passato, difficoltà relazionali di coppia e/o con i figli avuti in precedenza (nella forma secondaria), ecc…
Per la gestante tocofobica può essere utile seguire dei corsi di profilassi al parto che, attraverso l’apprendimento di corrette informazioni e l’uso di tecniche di rilassamento, la aiutino a ridurre ansie e timori.
Nei casi più gravi, si rende, tuttavia, necessario il ricorso ad un trattamento psicoterapico che permetta alla donna di venire a contatto ed elaborare gli aspetti emotivi più intimi e profondi correlati con la gravidanza e il parto consentendole di accedere, prima, e vivere, poi, serenamente tale importantissima esperienza.