Il bisogno di avere sempre ragione. Il Complesso di Aristotele

   Il complesso di Aristotele non è un vero e proprio disturbo. Si tratta, piuttosto, di un termine usato in tono colloquiale per indicare un insieme di caratteristiche che connotano in determinato modo soprattutto la dimensione intellettiva della personalità di un individuo.

   Aristotele, famoso filosofo greco, si valse la nomina di superbo, presuntuoso ed arrogante per aver aspramente criticato le tesi del suo maestro Platone per affermare come migliori le sue.

   Le persone con il complesso di Aristotele sono convinte di avere sempre ragione e di essere più brave ed intelligenti di tutte le altre.

Nei rapporti interpersonali sono costantemente impegnate a dimostrare quanto cognitivamente valgono più di tutti: in pubblico tendono ad imporre il loro punto di vista agli altri, l’unico che considerano, in modo inamovibile, giusto ed esatto, per difendere il quale intraprendono continue ed estenuanti discussioni caratterizzate da una logica e una razionalità tutta personale.

Sono soggetti opinionisti di professione,  estremamente polemici verso i pensieri e le idee altrui.

Non accettano le critiche e il confronto con altri. Sono rigidamente chiusi nelle loro convinzioni.

La saggezza di cui, secondo loro, sono dotati è, dal loro punto di vista, inattaccabile.

 

In realtà, non di rado, si tratta di individui con problemi di autostima, nascosti e compensati da un narcisismo esagerato, pur senza arrivare, tuttavia, ai livelli di un vero e proprio disturbo narcisistico di personalità (anche se il confine, in molti casi, è piuttosto sfumato).

Dotati di un Ego smisurato, con, tuttavia, scarsa empatia e grande incapacità di mettersi in dubbio nonché confrontarsi con gli altri, le persone con complesso di Aristotele non riescono a liberarsi dall’ossessione di essere i migliori e di doverlo continuamente dimostrare a tutti, per primo a se stessi, a causa di profondi sentimenti di insicurezza, inadeguatezza ed inferiorità.

La loro intima fragilità interiore li conduce a non amare l’essere messi in discussione e a non tollerare ambiguità ed incertezze che potrebbero far vacillare pericolosamente idee e pensieri che, proprio per questo, difendono ostinatamente a spada tratta.

Come è ben possibile immaginare, le conseguenze, specie nell’ambito delle relazioni interpersonali, sono pesantissime.

Gli altri, spesso, si allontanano e chiudono i rapporti con un soggetto considerato, con il suo atteggiamento eccessivamente polemico e critico, noioso, fastidioso, altezzoso ed egocentrico.

L’individuo stesso arriva, frequentemente a chiudersi, ritirarsi e ad isolarsi socialmente privandosi, perché non in grado di gestirle, di tutte quelle occasioni di contatto, scambio e confronto con gli altri, solitamente motivo di maturazione e crescita personale.

Dott.ssa Cinzia Cefalo

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