Il bonding, dall’inglese to bond che significa attaccare, incollare, saldare, è il processo di reciproco attaccamento tra il bambino e le sue figure di accudimento, processo che ha luogo subito dopo la nascita grazie a precoci ed immediate interazioni.
Anche se inizialmente riguarda soprattutto il rapporto con la madre, subito dopo è coinvolto, o è bene che lo sia, anche il padre.
Il bonding si realizza all’interno di un periodo sensibile (le prime ore di vita del neonato) sulla base di capacità istintive tanto della madre quanto del bambino e di un particolare assetto ormonale in entrambi.
Nella donna, in particolare, subito dopo il parto, aumentano i livelli di endorfina, ossitocina, adrenalina e prolattina, sostanze che stimolano azioni ed atteggiamenti di accudimento, attenzione ed empatia verso il piccolo.
Nella relazione il legame di attaccamento si sviluppa subito molto velocemente a partire dai vicendevoli scambi sensoriali tra bambino e chi si prende cura di lui, attraverso la vicinanza ed il contatto fisico (tattile, visivo, olfattivo ed uditivo).
Ancora una volta la natura ha pensato veramente a tutto. Importante è, quindi, non interferire ma, al contrario, favorire le occasioni di interazione madre – figlio, prima, e bambino ed altre figure significative, poi.
In società dove la tendenza maggiore è quella di medicalizzare, spesso eccessivamente, eventi naturali e spontanei come la gravidanza, il parto e la nascita, esperienze quali l’allattamento al seno o il rooming in messo in pratica in alcuni ospedali e tecniche come il massaggio neonatale, la marsupioterapia, ecc… assumono particolare valore come tendenza a recuperare, sottolineandone l’importanza, aspetti più istintivi e a stimolare e a potenziare le capacità innate tanto del bambino quanto della madre.
Il contatto tra la donna e il figlio rende la prima più sicura di sé nell’espletamento del suo ruolo e il secondo più tranquillo (alcune ricerche hanno dimostrato che i neonati sottoposti, ad esempio, a marsupioterapia piangono di meno).
La relazione madre – bambino, inoltre, ha una grande capacità autoregolativa: al suo interno le parti si influenzano reciprocamente essendo gli atteggiamenti e i comportamenti del neonato (il pianto, i sorrisi, ecc..) in grado di determinare le reazioni della madre e viceversa.
Concludendo, è, quindi, a partire dal bonding che si sviluppa l’attaccamento cioè il legame affettivo con i genitori o le altre figure di accudimento, legame che fungerà da modello per le relazioni successive che il soggetto instaurerà nel corso della sua intera esistenza.
Qualora, in particolari situazioni (nascita prematura, separazioni precoci per eventi traumatici, abbandoni, ecc..), il contatto precoce ed immediato si fosse reso impossibile, nell’essere umano le capacità di bonding non vanno perdute e sono recuperabili in un secondo momento.
E’ il caso dei bambini adottati, in grado ugualmente di sviluppare un forte legame affettivo con le nuove figure genitoriali, anche se il tempo trascorso e le esperienze precedenti rendono indubbiamente la situazione più complessa e necessitano di maggiore tempo e pazienza.
Dott.ssa Cinzia Cefalo
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