Aspetti emotivi, cognitivi e relazionali dell’avere un hobby

 Sferruzzare a maglia, lavorare all’uncinetto, infilare perline, plasmare creta o argilla, modellare fimo, dipingere, dedicarsi a un orto o al giardino….. gli hobby possono essere davvero tantissimi, alcuni anche veramente originali. Carta, legno, cera, paste modellabili, colori e pennelli, tessuto, fiori e foglie, ecc… e tantissimi altri materiali e strumenti si prestano alla creatività geniale dell’hobbista.

Se dedicare un po’ di tempo al lavoro manuale è considerato un po’ da tutti divertente e rilassante, non tutti sanno che avere un hobby è un vero toccasana per la nostra salute psichica e mentale.
Il primo effetto è indubbiamente quello di antistress: ci permette, infatti, di staccare dai ritmi frenetici della quotidianità, di fare una pausa per dedicarci a noi, a qualcosa che ci piace, dando vita ai nostri interessi e alle nostre aspirazioni con tranquillità e calma.
L’hobbista, spesso, si dedica a queste attività senza l’intenzione di nessun guadagno, solo per il gusto di fare qualcosa che gli piace, per se stesso o, magari, per gli altri come dono.
L’aspetto retributivo non è mai il motore iniziale che spinge il soggetto a praticare un hobby.
La gratuità dell’hobby implica una rottura dal concetto quotidiano di lavoro. Si tratta di un recupero dell’azione fuori dagli aspetti monetari e di commercializzazione della società contemporanea: l’hobby, al contrario del lavoro moderno, veloce, automatizzato, in serie, con l’unico obiettivo di produrre vantaggi economici, è un’attività dove i tempi, i modi e le condizioni vengono liberamente e piacevolmente stabiliti da chi ci si dedica con il fine esclusivo di sperimentarsi e dilettarsi nelle attività preferite.

 

Recenti ricerche dimostrano che avere un hobby ha un’importante funzione protettiva delle funzioni cognitive e un ruolo di prevenzione del deterioramento mentale. Sembra, infatti, che, mentre guardare la TV contribuisce all’erosione dei ricordi e al declino di alcune capacità mentali, quelli che comunemente chiamiamo ‘passatempi’ siano addirittura efficaci nel contrastare l’insorgenza della demenza e di altre patologie neuro-cognitive.

La programmazione e l’esecuzione delle molteplici azioni richieste nello svolgimento di un qualsiasi hobby comporterebbero l’esercizio della memoria oltre all’utilizzo del pensiero astratto e del problem solving. Dipingere un quadro così come fare una maglia ai ferri, realizzare una collana di perle come modellare oggetti necessitano dell’attivazione di notevoli processi attentivi e mnemonici nonché di importanti funzioni esecutive e di coordinazione visuo-motoria.
Avere un hobby influenza, poi, l’autostima: riuscire, in modo dilettantistico, a dipingere un quadro, a realizzare un abito, a far germogliare una pianta, ecc.., dall’inizio alla fine, passo dopo passo, produce forti sensazioni di realizzazione e soddisfazione personale. Inoltre, aumenta la consapevolezza e la conoscenza di sé permettendo di sperimentarsi con le proprie capacità così come con i propri limiti. Porta, infine, ad una crescita, con il tempo e con la pazienza, in termini di competenze ed abilità.
L’attività hobbistica ha un importante valore educativo per grandi e piccini: insegna, infatti, che i risultati si ottengono con l’impegno e con il tempo (non tutto e subito, ma per gradi, fasi e passaggi).
Appare psicologicamente determinante per quanto riguarda la dimensione temporale della progettualità: permettere di confrontarsi con la sensazione del desiderio (oggi, nell’epoca del click, praticamente quasi azzerata) e di imparare a tollerare vissuti come l’attesa e la frustrazione.
Per questo motivo, e per gli altri sopra detti, lungi dall’essere un mero svago o passatempo, assume un’importante funzione rieducativa e riabilitativa in molteplici contesti.
Infine, l’hobby svolge un ruolo relazionale significativo: spesso, specie con i bambini, è il fare insieme, è l’azione che permette di interagire per giungere al risultato finale, di condividere, di comunicare (cosa che non si fa mentre si vede la TV), di imparare dall’altro. L’attività manuale diventa allora importante occasione interattiva per trasmettere conoscenze.
Per concludere occorrerebbe, per quanto difficile ai giorni nostri, trovare tempo e spazio per dedicarci a un hobby. Esso appare un potente antidoto al malessere e all’insoddisfazione quotidiana, nonché al declino psicofisico del vivere routinario ed abitudinario.
In poche parole, per stare bene occorrerebbe trovare un angolino della giornata per sperimentarci con qualcosa che ci piace e ci diverte.
Dott.ssa Cinzia Cefalo
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