Il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente è inserito nel DSM 5, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, tra i disturbi depressivi.
Si tratta di un disturbo solitamente diagnosticato per la prima volta in bambini, prevalentemente di sesso maschile, prima dei 10 anni. Lo si ritrova, tuttavia, anche in adolescenza fino ai 18 anni.
Consiste in gravi e ricorrenti scoppi di collera manifestati verbalmente e/o non (ad esempio aggressioni fisiche a oggetti e persone) sproporzionati nell’intensità, nella durata e/o rispetto alla provocazione.
L’ira si manifesta intensamente, in media tre o più volte la settimana, e in modo non adeguato per l’età del soggetto: non si fa diagnosi di disturbo da disregolazione dell’umore dirompente prima dei sei anni, età in cui dal punto di vista evolutivo la capacità di modulare e gestire affetti ed emozioni non è ancora completamente acquisita.
I sintomi sopra detti si presentano per almeno un anno in due o più contesti di vita quotidiana (casa, scuola, ecc.).
E’ proprio la persistenza, per un periodo di tempo abbastanza lungo, di irritabilità e reazioni colleriche a caratterizzare il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente e a differenziarlo da altri disturbi mentali come il disturbo bipolare infantile (con esordio più tardivo, in genere in adolescenza, e presenza di intervalli di calma e benessere nella vita del soggetto).
Tuttavia, il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente può riscontrarsi anche in bambini con diagnosi di disturbo depressivo maggiore, disturbo da deficit di attenzione/iperattività, disturbo della condotta e disturbo da uso di sostanze.
La scarsa tolleranza alla frustrazione e l’incapacità di gestione autonoma dell’emotività ad essa conseguente sono conseguenza nell’individuo di difficoltà relazionali con i coetanei fino a forme di disadattamento sociale con possibile evoluzione in comportamenti antisociali in età adolescenziale ed adulta. Altra conseguenza è l’insuccesso scolastico con rischio, più tardi, di abbandono precoce degli studi.
Rappresentando questo disturbo un grave ostacolo all’apprendimento e allo sviluppo psicofisico del bambino, è consigliabile un intervento tempestivo e precoce.
Gli interventi psicologici su quest’ultimo mirano a migliorare l’adattamento sociale del soggetto attraverso la riduzione dei comportamenti disfunzionali lavorando sull’autostima, l’impulsività, le capacità attentive e lo sviluppo di punti di forza e risorse.
A supporto del trattamento psicologico, si rende spesso necessario l’uso di farmaci finalizzati a stabilizzare l’umore e a ridurre gli atteggiamenti collerici.
Dott.ssa Cinzia Cefalo