Difficile trovare un po’ di tempo per rilassarci e, quando finalmente lo troviamo, spesso ci scopriamo incapaci di farlo, a volte addirittura smarriti e disorientati (“e adesso che faccio?”), abituati come siamo a non fermarci mai.
Apprendere le tecniche di rilassamento può allora essere il modo per recuperare e dedicare un po’ di tempo a noi stessi e al nostro benessere nell’arco della giornata.
Le tecniche di rilassamento si suddividono in due grandi categorie: le procedure di rilassamento attivo (ad esempio gli esercizi di rilassamento progressivo di Jacobson) e quelle di rilassamento passivo (come il Training Autogeno di Schultz).
Per quanto riguarda le prime si basano sulla contrazione sistematica e gradualmente sempre più intensa di specifici gruppi muscolari di diversi distretti corporei (braccia, gambe, ecc..), mantenuti in tensione per alcuni secondi prima di essere rilasciati. La premessa è che, dopo la tensione, l’opposto stato che segue, cioè il rilassamento, venga vissuto, per contrasto, con maggiore intensità.
Nello sport, ad esempio, la tecnica del rilassamento attivo differenziale, dove alcuni gruppi muscolari vengono rilassati ed altri contratti durante lo svolgimento di azioni coordinate, viene usato per apprendere a ridurre tensioni disfunzionali, risparmiare energia fisica nonché sviluppare capacità di concentrazione sul proprio corpo.
La tecnica del rilassamento attivo è, inoltre, inizialmente utilizzata per familiarizzare con le sensazioni di distensione muscolare, seguita successivamente dall’utilizzo delle procedure di rilassamento passivo.
Il Training Autogeno di Schultz, invece, è una tecnica di rilassamento che non richiede nessuna tensione muscolare attiva e volontaria ma solo la concentrazione psichica passiva sui vari distretti corporei da rilassare.
Si basa sul principio psicofisiologico dell’ideoplasia ossia la possibilità di influenzare con il pensiero e l’immaginazione ciò che accade a livello fisico. Il Training Autogeno agisce, infatti, sulla muscolatura, sia su quella volontaria che quella liscia, e sulla regolazione di importanti funzioni fisiologiche quali quella cardiaca e respiratoria.
Training significa allenamento/addestramento: gli esercizi vengono fatti ripetere a casa 2 – 3 volte al giorno, inizialmente per 5 – 15 min., meglio al mattino o alla sera, per appropriarsi della tecnica che il soggetto poi impara ad utilizzare da solo.
Autogeno significa che si genera da sé: si tratta del raggiungimento autoindotto di uno stato di rilassamento attraverso l’adozione di un particolare atteggiamento mentale e corporeo di calma, abbandono passivo alle sensazioni corporee, di concentrazione e raccoglimento interiore, un ‘lasciar accadere’, senza nessun controllo volontario e cosciente.
Il Training Autogeno, attraverso la distensione e il rilassamento, produce lo scioglimento delle contratture muscolari (causa spesso di fastidiosi disturbi fisici, ad esempio, come la cervicale), permette il recupero di energie fisiche e mentali dopo un’intensa attività, migliora e potenzia prestazioni come la memoria, la concentrazione, ecc., aumenta l’autoconsapevolezza e l’introspezione.
Un esercizio ripetuto del Training Autogeno permette di acquisire maggiore padronanza di sé attraverso l’incremento della capacità di controllare sensazioni, emozioni (per esempio riducendo l’agitazione, la paura, ecc.) e stati fisici (quale la minore percezione del dolore).
Si dimostra utile nel prevenire la fatica e nel gestire efficacemente lo stress.
Appare indicato per il trattamento di stati lievi di ansia, fobie specifiche (come il parlare in pubblico) ed angosce situazionali; può essere affiancato, con buoni risultati, alle terapie mediche nelle patologie fisiche di chiara origine psicosomatica (disturbi come gastriti, tachicardia, ipertensione, insonnia, ecc..).
Concludendo, imparare le tecniche di rilassamento è importante per la nostra salute e il nostro benessere psicofisico.
Una volta acquisite, tali tecniche arrecano innumerevoli vantaggi e benefici al soggetto che, autonomamente ed indipendentemente, continua a praticarle. La differenza rispetto ad altre tecniche psicologiche, meditative e/o introspettive si basa sostanzialmente sul mettere l’individuo nelle condizioni, dopo un brevissimo training, di utilizzare da solo quanto appreso, per gli scopi e gli obiettivi che personalmente decide.
Dott.ssa Cinzia Cefalo