La proiezione è un meccanismo di difesa psicologica innato, arcaico e primitivo.
Consiste nello spostare sentimenti e caratteristiche di sé, sia negative che positive, attribuendole all’esterno e/o agli altri.
Si tratta di una sorta di specchio del nostro inconscio il quale tende, per moderare i conflitti interiori ed evitare l’ansia, a riflettere fuori, in maniera automatica, nonché del tutto involontaria ed inconsapevole per il soggetto, contenuti psichici propri, molto spesso spiacevoli e sgraditi, fonte di ansia, imbarazzo e disagio.
In altre parole per sentirci e vivere meglio finiamo per vedere gli altri e la realtà circostante solo in funzione di ciò che siamo, e, non di rado, di come non vorremmo essere .
Tutto intorno a noi non è altro che l’immagine riflessa di noi stessi, in modo particolare, anche se non solo, di quello che non amiamo e rigettiamo di noi stessi.
Si tratta di un meccanismo psichico adattivo, normale e comune a tutti noi ma che rischia di divenire patologico se eccessivamente, esclusivamente e rigidamente utilizzato in quanto influenza la percezione della realtà distorcendola, tende a scaricare le colpe sugli altri e a condizionare le relazioni interpersonali.
Usata in misura elevata, quindi, la proiezione evita il confronto realistico ed obiettivo con gli altri ed impedisce la messa in discussione di se stessi, necessaria, questa, per la crescita e la maturazione personale.
È il meccanismo di difesa utilizzato per eccellenza nella paranoia.
Indispensabile divenirne consapevoli per essere in grado di gestirla ed affrontarla.
Dott.ssa Cinzia Cefalo